Cima di Monte
Morrone
Sabato 25 giugno,
anche se le previsioni prevedevano pioggia e temporali, ho
programmato la VETTA DEL MORRONE (2060M). La vettura si
parcheggia nel piazzale dell’albergo rifugio Celidonio,
proprietà privata, a passo San Leonardo AQ (1282m), situata
fra le montagne del Morrone e della Majella. L’escursione
inizia con una ripida salita, prima su prato e poi in una
fitta faggeta sino ad arrivare a Iazzo Cappuccio (1438 m).
Da questo punto, per circa un’ora, si percorre quasi in
piano Il sentiero Q3 “delle signore” in una fresca, ombrosa
e pulita faggeta, sino alla Rava dell'Inferno, confinante
con Roccacaramanico, una frazione abbandonata del comune di
Sant´Eufemia a Majella, Pescara Ora il sentiero diventa
ripido e in circa un’ora si arriva al rifugio Capoposto
(1753m). Questa conca è molto frequentata, perché nascono in
enorme quantità gli orapi o spinacio selvatico. Però questa
pianta erbacea è vietata raccoglierla nelle zone stabilite
con la VOCALE A, cioè le zone di riserva integrale. Il
Morrone è una riserva naturale protetta, inserita nel parco
nazionale della Maiella. Oltre agli orapi è vietato
raccogliere qualunque frutto, erbe aromatiche, funghi, fiori,
e se si viene individuati dalla forestale, si pagherà una
contravvenzione oltre a provvedimenti penali.Quindi addio
alle ricette gustosissime con gli orapi, dal risotto alla
frittata. Breve riposo e subito in cammino perché avevo da
percorrere altre due ore per raggiungere la vetta. Purtroppo
le indicazioni dei tempi di spostamento sulla segnaletica,
spesso non sono esatti. C’è da risalire un lungo vallone con
sulla destra Monte le Mucchia di Rocca Caramanico (1986 m)
ed a sinistra cima Mucchia di Pacentro (2001 m). E’
piacevole, non faticoso camminare in questo vallone che termina dopo un paio di
dossi ad una sella(1900m), dove si avvista il rifugio Jaccio della
Madonna (1786 m), restaurato nell’anno 2005, gestito dal CAI di
Pescara e con una stanza sempre aperta, ed il piccolo Lago della
Madonna, copiosa di acqua. Giro a sinistra, una mezzacosta fra erba
e rocce e perdendo quota, raggiungo l’indicazione per l’ermo di San
Pietro e la cima del Morrone. Inizio a salire, manca poco, ma…, i
tuoni ed i fulmini mi fanno riflettere. C’è un odore di pioggia,
meglio tornare indietro! All’improvviso sono stato abbandonato da
tutti i rumori che mi hanno fatto compagnia, il cinguettio degli
uccelli, il frinio delle cicale, sembrano non respirare…, il loro
canto è lungo, quasi assordante, il cri cri dei grilli, il ronzio
delle mosche
|
|